Le Riflessioni

Le Riflessioni

Da peggior nemico a miglior alleato

La tematica delle riflessioni sonore in ambiente chiuso è estremamente complessa e non esiste una sola soluzione. Le riflessioni rappresentano il fenomeno acustico che incide maggiormente sulla qualità del suono riprodotto. Non esiste prodotto (diffusore, elettronica o cavo) in grado di avvicinarsi, nemmeno lontanamente, agli effetti prodotti dalle riflessioni. Infatti, esse influiscono pesantemente sul bilanciamento tonale e sull’articolazione, introducendo colorazioni dello spettro e modifiche del timbro. Influiscono anche sulla focalizzazione, alterando l’immagine stereo, e sugli effetti di ambienza.

In pratica, se non controllate, le riflessioni rendono l’ascolto della propria musica estremamente sgradevole e affaticante. Quindi, è assolutamente necessario (e doveroso) che ogni audiofilo ed appassionato di musica possieda almeno le conoscenze di base sull’argomento.

Senza entrare nello specifico, bisogna sapere che quando un suono si propaga in una stanza, raggiunge l’ascoltatore in diversi modi. Il primo segnale che arriva all’ascoltatore è quello diretto, ossia quello che esce dai diffusori e raggiunge l’ascoltatore per primo. È il suono che compie il percorso minore e qualitativamente è il migliore.

Dopo i suoni diretti arrivano, con un certo ritardo, i suoni riflessi, ovvero quei suoni che sono rimbalzati sulle pareti.
Questi suoni compiono un tragitto più lungo e sono qualitativamente inferiori perché, a seconda dei rimbalzi effettuati, hanno perso parte della loro energia iniziale.

Le riflessioni non sono tutte uguali: alcune sono utili, altre molto dannose.
Tutto dipende dal ritardo temporale con cui i suoni riflessi arrivano all’ascoltatore rispetto ai suoni diretti. 

A tal fine si distingue tra riflessioni precoci e riflessioni ritardate.

Le riflessioni ritardate sono quelle che arrivano all’orecchio dell’ascoltatore con un ritardo compreso tra i 40 e gli 80 msec rispetto al suono diretto, dopo aver compiuto più rimbalzi.
Il loro apporto è positivo perché incidono sull’ambienza, creando piacevoli sensazioni di spazio e profondità.

Le riflessioni precoci sono quelle che arrivano all’ascoltatore con un ritardo inferiore ai 25/30 msec rispetto al suono diretto, dopo aver compiuto 1/2 rimbalzi, ed il loro apporto è negativo.

La pericolosità delle riflessioni precoci è dovuto al loro livello energetico particolarmente alto, paragonabile a quello del segnale diretto.

Questo fatto innesca una serie di fenomeni negativi (interferenze e sfasamento tra onde sonore, cancellazione di frequenze, diminuzione del volume percepito ed altro ancora) che influiscono sulla dinamica ed il bilanciamento tonale del messaggio sonoro originale, stravolgendolo sia in termini spaziali che temporali.

Studi recenti hanno accertato che le riflessioni precoci incidono per il 70% sulla qualità finale del suono.

In un ambiente chiuso, con due diffusori in funzione, ci sono 12 punti di riflessioni precoci: 2 sulla parete anteriore dell’ascoltatore (dietro i diffusori), 2 sulla parete posteriore, 4 sulle pareti laterali, 2 sul pavimento e 2 sul soffitto.

I punti di prima riflessione sono abbastanza facili da trattare. La soluzione più semplice ed efficace è quella di utilizzare più pannelli assorbenti, di diversi spessori (da 5 a 20 cm), a seconda delle frequenze sulle quali si vuole intervenire. Sul mercato ne esistono di varie forme, materiali e prezzi.

Per coloro che desiderano rispettare la destinazione d’uso dell’ambiente e sono attenti all’arredo e al design, sul mercato si possono trovare anche i cosiddetti quadri assorbenti. Si tratta di pannelli assorbenti rivestiti con particolari tessuti fonotrasparenti, sui quali è possibile stampare le immagine preferite (foto, dipinti artistici, etc). In questo modo è possibile ottenere altissime prestazioni acustiche con una veste personalizzata e dal grande impatto visivo.

L’assorbimento da solo, però, non basta. Per conservare gli effetti positivi delle frequenze ritardate e ricreare un ambiente acusticamente confortevole, occorre utilizzare anche i pannelli diffondenti. Il loro compito è quello di diffondere le onde sonore che li colpiscono in più direzioni, nel modo e nell’intensità più uniformi possibili. 

La diffusione permette letteralmente di “aprire” la stanza, fornendo un senso di tridimensionalità sonora che conferisce un ascolto estremamente confortevole. Uno dei punti più efficaci dove posizionare questi pannelli è, potendoselo permettere, il soffitto.

Combinata con l’assorbimento, la diffusione può trasformare qualsiasi spazio, specie i più piccoli, in un ambiente idoneo ad ascoltare la musica nel miglior modo possibile.

Nel mercato si sta diffondendo, con grande successo, una terza tipologia di pannelli, i cosiddetti pannelli ibridi. Si tratta di pannelli estremamente interessanti ed efficaci che uniscono diffusione, assorbimento e controllo delle basse frequenze.

A seconda delle dimensioni e dello spessore, con questi dispositivi è possibile modellare le caratteristiche acustiche dell’ambiente, in base alle proprie necessità e preferenze di ascolto. 

In conclusione, per raggiungere i massimi risultati, occorre fare i conti, prima che con il portafoglio, con il nostro ambiente di ascolto

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